Modello organizzativo 231 obbligatorio per gli enti no profit

Modello organizzativo 231 obbligatorio per gli enti no profit

La Delibera n. 32 del 20.01.2016 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ha introdotto l’obbligo per gli enti no profit, che intendano partecipare a gare pubbliche, di adottare il modello di organizzazione e gestione previsto dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 e di procedere alla nomina di un Organismo di Vigilanza deputato alla vigilanza sul funzionamento, sull’osservanza e sull’aggiornamento del modello.
Il paragrafo 12.3 della suddetta delibera così statuisce:
“Sempre nell’ottica di garantire l’affidabilità del soggetto erogatore e di assicurare che la prestazione affidata venga svolta nel rispetto della legalità, le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no‐profit, delle disposizioni di cui al d.lgs. 231/2001, applicabile agli stessi in ragione, sia del tenore letterale delle relative previsioni (rivolte agli enti forniti di personalità giuridica, alle associazioni anche prive di personalità giuridica e alle società private concessionarie di un pubblico servizio) sia della natura dei servizi erogati.
Gli enti no‐profit devono pertanto dotarsi di un modello di organizzazione che preveda:
– l’individuazione delle aree a maggior rischio di compimento di reati;
– la previsione di idonee procedure per la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente nelle attività definite a maggior rischio di compimento di reati;
– l’adozione di modalità di gestione delle risorse economiche idonee ad impedire la commissione dei reati;
– la previsione di un appropriato sistema di trasmissione delle informazioni all’Organismo di Vigilanza;
– la previsione di misure di tutela dei dipendenti che denunciano illeciti;
– l’introduzione di sanzioni per l’inosservanza dei modelli adottati.
Inoltre, devono procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso (cui attribuire autonomi poteri di iniziativa e di controllo), oltre a prevedere ed attuare adeguate forme di controllo sull’operato dell’organismo medesimo.